VOTA COME TG COMANDA
SECONDO UN’INDAGINE DEL CENSIS, IL 69,3% DEGLI ITALIANI ORIENTA LA PROPRIA SCELTA ELETTORALE ATTRAVERSO NOTIZIE E COMMENTI DEI TG…
IL 30,6% SEGUENDO I PROGRAMMI DI APPROFONDIMENTO… SOLO IL 25,4% ATTRAVERSO I GIORNALI….AVANZA INTERNET TRA I PIU’ GIOVANI CON UN 7,5%… I MEDIA ORIENTANO IL VOTO
Qualche giorno or sono leggevo una lamentela di Berlusconi, secondo la quale “la legge sulla par condicio è un’aberrazione perchè nei trenta giorni di campagna elettorale tutti i partiti hanno lo stesso spazio nelle varie tribune elettorali e trasmissioni varie e ciò rappresenterebbe una palese ingiustizia in quanto metterebbe sullo stesso piano un partito del 35% con uno del 2%”. Sinceramente non ho mai condiviso tale ragionamento, chiunque lo abbia fatto in passato o recentemente.
Innanzi tutto perchè per tutto l’anno solare la Tv è monopolizzata dai “soliti noti”, con prevalenza degli uni o degli altri, a seconda del colore del governo.
L’osservatorio di Pavia ci ha più volte segnalato la raffinatezza con cui una maggioranza appare come attività di “governo e ministri” per una quota enorme e poi anche come singoli partiti di maggioranza per un’altra congrua quota.
Mentre un’opposizione riceve una percentuale di presenza in Tv vicina al 35/40% rispetto al 60/65% dei partiti al governo che però “raddoppiano” con la presunta attività costituzionale. All’interno di queste quote, prevalgono poi i partiti più forti a scapito dei più piccoli.
Quindi non vedo nulla di male se per 20 giorni gli equilibri vengono riassestati un minimo.
Pannella per apparire in Tv ha dovuto fare l’ennesimo sciopero della fame perchè solo 3 elettori su 100 sapevano che vi sarebbe stata la sua lista.
E quote di poco superiore sapeva dell’esistenza della lista Autonomia di Lombardo e Storace.
Sarà che, abituato alla democratica gestione della Rai dei ferventi cristiani o comunisti di una volta, qualche decina d’anni or sono, se volevo ascoltare una dichiarazione di Almirante doveva aspettare la tribuna politica elettorale annuale che non potevano negargli.
Tutto il resto era censura democratica preventiva, salvo ovviamente attribuire a questa parte politica ogni efferato crimine senza possibilità di ribattere.
Nessun problema, abbiamo imparato a conoscere la “democraticità ” del sistema allora, siamo vaccinati.
Diciamo che ci fa sorridere chi ora si lamenta perchè, pur avendo tre televisioni private e un paio pubbliche, si sente limitato e discriminato nella possibilità di informazione. C’est la vie..
D’altronde i tempi si evolvono, ma la influenza dei media sul voto non diminuisce, anzi.
Colpa forse anche degli italiani che non approfondiscono a sufficienza, ma i dati diffusi ieri del Censis invitano a riflettere.
Secondo l’attendibile istituto, durante la campagna elettorale, il 69,3% degli elettori ha formato la sua scelta attraverso le notizie e i commenti trasmessi dai telegiornali.
I Tg restano il mezzo principale per orientare ilo voto soprattutto tra i meno istruiti ( il dato sale al 76%), i pensionati ( 78,7%) e le casalinghe ( 74,1).
Al secondo posto si piazzano i programmi televisivi di approfondimento giornalistico a cui si è affidato il 30,6% degli elettori.
Si tratta delle persone più istruite ( il dato sale in questo caso al 37%), residenti nelle grandi città , mentre i giovani risultano meno coinvolti da questo format televisivo ( 22,3% dei giovani tra i 18 e i 29 anni).
Al terzo posto la carta stampata, determinante solo per il 25,4% degli elettori (il 34% tra i più istruiti, il 35% tra lavoratori autonomi e liberi professionisti).
Solamente il 5,5% si informa invece attraverso i canali della radio, apprezzata da artigiani, commercianti e lavoratori autonomi (12,1%).
Il confronto con familiari e amici resta fondamentale per il 19% degli elettori, sale al 26% per i più giovani, al 22,2% per i residenti nel Mezzogiorno.
Il materiale di propaganda viene utilizzato solo dal 10,9% degli elettori, con punta del 17,4% nel Nord Est.
La partecipazione diretta a manifestazioni pubbliche dei partiti è un canale preferenziale per appena il 2,2% degli elettori e scende allo 0,7 tra i più giovani.
Ricorre a internet per farsi un’opinione solo il 2,3% degli italiani che si collegano a siti web per approfondire, ma il dato sale tra i giovani con una percentuale del 7,5%. E meno male che c’è internet…
Ci sarebbe poi da chiedersi, visto l’influenza che i Tg esercitano sul 70% degli elettori, quanto siano obiettivi nel dare le notizie o quanto invece non siano la cassa di risonanza mediatica dei tanti partiti che pensano di vendere un prodotto e non hanno certo scrupoli a raccontare palle.
Ma qui il discorso ci porterebbe lontano…
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