VOTO ONLINE SU ROUSSEAU, ALLE 13 AVREBBERO VOTATO 56.000 ISCRITTI SU 110.000
RESTANO I DUBBI SULLA CREDIBILITA’, VISTO CHE MANCA UNA CERTIFICAZIONE ESTERNA
E venne il giorno della “democrazia diretta”, quello in cui gli iscritti certificati al Movimento 5 Stelle possono votare (o meno) la propria personale fiducia al governo Conte 2. Naturalmente si vota su Rousseau, la piattaforma web gestita dall’omonima associazione, di cui è presidente (e anche Amministratore unico e tesoriere) Davide Casaleggio, anima tecnica e tecnologica e quindi, in tempi digitali, anche politica del M5s.
Il voto, aperto dalle ore 9 alle 18, si svolge secondo la consueta procedura di autenticazione, espressione e conferma adottata dal sistema Rousseau da un po’ di tempo a questa parte. Anzitutto per votare bisogna essere iscritti da tempo e quindi certificati, attraverso un documento.
Poi si entra nel sistema con una doppia autenticazione attraverso una OTP (One Time Password), un codice numerico che arriva sul telefono e che serve da ulteriore “Pin” da inserire dopo la password vera e propria.
Il quesito del giorno è apicale: gli utenti di Rousseau devono esprimersi sulla possibilità che il governo Conte due possa iniziare a lavorare. Non nascere attenzione, ma “partire”, come scritto nel quesito, che recita testualmente:
Sei d’accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?
Una volta letto il quesito, si può cliccare su uno dei due pulsanti per votare, il primo è un Sì e poi c’è il No, ma fino a ieri la prima opzione era quella negativa.
Si può escludere però un “vote-bombing”, ovvero una concentrazione di nuovi iscritti per falsare la votazione: per votare bisogna essere iscritti da più di sei mesi, proprio per evitare adesioni di massa con l’intento di influenzare la consultazione.
E’ una misura utile, ma certo nessuno impedisce a nessuno di iscriversi in previsione di una votazione importante, che prima o poi si dovrà pur svolgere. Ma certamente la possibilità di infiltrazioni è un grande classico in ogni consultazione interna di partito o movimento che sia, digitale o “analogico” coi gazebo.
Blindare il voto. Per quanto riguarda la sicurezza di Rousseau, dall’Associazione evidenziano come gli investimenti sulla piattaforma abbiano portato diverse novità . La fallacia delle precedenti versioni aveva esposto a rischi i dati personali di migliaia di utenti (oggi sono oltre 115mila):
Rousseau era stato “bucato” dall’hacker R0gue_0 e per questa vulnerabilità , multato dall’AgCom per 50mila euro. Dall’Associazione dicono che la piattaforma è stata messa in sicurezza ma anche qui non ci sono certificazioni terze a dimostrarlo. Anzi a volte a segnalare “buchi” si passano i guai, come è accaduto a Luigi Gubello, hacker “whitehat” che per aver indivduato delle falle si è visto querelare dall’Associazione Rousseau con l’accusa di attacco informatico. La querela è stata poi ritirata.
Una volta espresso il voto, il sistema lo registra. Ma qui entra in gioco il solito, annoso problema di Rousseau: la mancanza di certificazione di un ente terzo.
Il M5s continua a dichiarare la sua piattaforma “certificata” ma a verificare le operazioni di voto non c’è un’azienda o un ente esterno al movimento, come sarebbe necessario per poter usare quell’aggettivo.
C’è invece il notaio Valerio Tacchini, che per il M5s è anche stato candidato al Senato ed è stato consulente del ministro Bonisoli. Sicuramente è un notaio, ma altrettanto certamente non lo si può considerare propriamente esterno al M5s. Tacchini è stato il notaio dell’Isola dei Famosi e “certifica il voto” (parole sue) su Rousseau con una procedura assimilabile a quelle di programmi televisivi che prevedono la partecipazione di concorrenti, come (ancora parole sue) X-Factor o Ballando con le Stelle.
Il voto su Rousseau quindi è democrazia diretta o eterodiretta? Anche se per il notaio è tutto a norma, siamo tecnicamente lontani da quello che una piattaforma di partecipazione politica dovrebbe fornire a garanzia anzitutto dei suoi stessi attivisti.
Servirebbe – come peraltro già accaduto in due votazioni passate, le Quirinarie del 2013 e le Parlamentarie del 2013 – dare accesso all’auditing del voto su Rousseau ad un agente certificatore completamente indipendente, per poter riconoscere alla procedura di voto tutta la necessaria ed irrinunciabile trasparenza. Soprattutto quando la consultazione diventa un elemento determinante nel complesso momento di formazione di un governo.
Alle 13 e 19 Davide Casaleggio ha annunciato che “ci sono state 56127 votazioni da parte degli iscritti.
(da agenzie)
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