“WORSKLA”, L’ULTIMO GIORNALE UCRAINO AL CONFINE CON LA RUSSIA: “CONSEGNIAMO LE COPIE A MANO, COSI’ LE PERSONE NON SI SENTONO DIMENTICATE”
IL GIORNALE HA 95 ANNI: “IL NOSTRO LAVORO CONTRIBUISCE ALLA VITTORIA DI KIEV”
Nella città di Velyka Pysarivka, a 5 chilometri dal confine con la regione russa di Kursk, Oleksiy e Natalia Pasyuga stanno preparando il prossimo numero di Vorskla, un giornale locale ucraino fondato nel 1930 che prende il nome dal fiume locale, affluente del Dnepr.
Nonostante l’invasione russa e i continui bombardamenti che hanno distrutto l’edificio che ospitava la redazione, i giornalisti – che da febbraio del 2022 sono stati costretti a reinventarsi corrispondenti di guerra – non hanno mai smesso di stamparlo.
«Solo durante la Seconda guerra mondiale è stata interrotta la pubblicazione», racconta a Open Oleksiy. «All’inizio della guerra la tipografia e l’ufficio postale che utilizzavamo per inviare le copie sono stati messi fuori uso a causa degli attacchi russi – spiega -, così stampavamo il giornale con una normale stampante prima di distribuirlo ai residenti dei villaggi al confine con la Russia. Ora abbiamo ripreso la pubblicazione, ma soltanto una volta a settimana».
Da marzo di quest’anno l’insediamento nell’Oblast di Sumy, a pochi chilometri dal territorio russo, prima linea della guerra contro Mosca dove i soldati ucraini hanno lanciato un’offensiva lo scorso agosto, è stato definito «zona di ostilità attiva».
«I raid di Mosca stanno distruggendo villaggi e abitazioni – afferma -. E i russi utilizzano i droni contro militari e civili». Anche per questo motivo, la maggior parte degli abitanti ha abbandonato la città e le zone limitrofe. «Ora a Velyka Pysarivka siamo in 300 – dice -. Prima dell’invasione eravamo 4.500».
«Il nostro lavoro contribuisce alla vittoria»
Nella regione dell’Ucraina nord-orientale, che condivide con la Russia un confine lungo circa 500 chilometri, manca spesso la connessione internet, l’elettricità è scarsa e i telefoni non funzionano. Oleksiy e Natalia, che nel frattempo si sono trasferiti a Okhtyrka, a pochi chilometri dallo loro città natale, sono costretti a consegnare porta a porta le copie del giornale agli ultimi abitanti dei villaggi.
Dopo aver stampato il cartaceo, prendono le proprie auto – una delle quali colpite non molto tempo fa da un attacco russo – e raggiungono le città dell’Oblast per distribuire tra i residenti il settimanale. Unico collegamento con il mondo esterno, e che dà a chi è rimasto indietro la sensazione di non essere dimenticato.
«Per loro è la sola fonte di informazione: la televisione e la radio ucraine non funzionano più e la tv russa trasmette soltanto disinformazione e propaganda – spiega Oleksiy -. Crediamo che il nostro lavoro contribuisca alla vittoria di Kiev. Se non combattiamo sulla linea del fronte, con le truppe ucraine, dobbiamo contrastare i nemici con l’informazione».
Smentire la propaganda è una missione per i due coniugi, e con tutti i timori che si porta dietro. «Ho paura – confida -, soprattutto per mia moglie Natalia, che è una collega. Viaggiamo insieme per raccogliere informazioni e per distribuire le copie».
In questa zona la maggior parte dei giornali ha deciso di chiudere i battenti «perché non hanno lottato o semplicemente non sono riusciti a resistere alle circostanze», dice. «I giornalisti della nostra redazione, composta ora da 4 persone – precisa ancora -, non si arrendono, anche se manca la pubblicità e non ci sono fondi».
Il prossimo numero sarà quello di Capodanno: «Vogliamo che sia gentile e che parli di un futuro luminoso: conterrà storie allegre, sogni, ricordi e speranze. Intervisteremo le persone per scoprire cosa è stato positivo nel 2024, nonostante – conclude Oleksiy – la guerra ancora in corso». Dopo quasi tre anni.
(da Open)
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