ZELENSKY RISALE NEI SONDAGGI, RILEVAZIONE DELL’“ECONOMIST”: IL PRESIDENTE UCRAINO OGGI HA IL 75% DEI CONSENSI TRA I SUOI CITTADINI, E IL 74% DEGLI UCRAINI È FAVOREVOLE A CONTINUARE LA GUERRA ANCHE SENZA L’AIUTO AMERICANO
FORTE DI QUESTO SOSTEGNO, ZELENSKY CHIEDE A “THE DONALD” DI RIFIUTARE “I SE E I MA” DI PUTIN ALLA PROPOSTA DI CESSATE IL FUOCO: “NON CI DEVONO ESSERE CONDIZIONI AGGIUNTIVE DA PARTE RUSSA”
Zelensky è oggi il politico più seguito e amato dagli ucraini, che gli chiedono di non cedere a Putin e alle pressioni di Trump. Quasi il 75 per cento lo vuole tenere come presidente e il 74 per cento è favorevole a continuare la guerra anche senza l’aiuto americano. Lo rivela un sondaggio condotto dall’ Economist appena dopo lo scontro tra Zelensky, Trump e J.D. Vance lo scorso 28 febbraio alla Casa Bianca.
Quasi il 60 per cento crede che la guerra possa essere vinta. Forte di questo sostegno, Zelensky chiede a Trump di rifiutare «i se e i ma» di Putin alla sua proposta di cessate il fuoco. «Non ci devono essere condizioni e domande aggiuntive da parte russa e, se Mosca dovesse rifiutare i 30 giorni di tregua, mi aspetto una reazione dura da parte americana», dice il presidente ucraino.
Zelensky sta riorganizzando le strategie in questa fase difficile nei rapporti con Washington, e al tempo stesso coltiva quelli con i partner europei. Ieri ha riconfermato il capo dell’ufficio presidenziale, il fedele Andrii Yermak, alla guida della delegazione incaricata di negoziare con i partner internazionali le possibilità di avviare un concreto processo di pace.
Come già nei colloqui in Arabia Saudita a inizio settimana, questi sarà accompagnato dal ministro degli Esteri, Andrii Sybiha, da quello della Difesa, Rustem Umerov, e dal vicecapo dell’ufficio presidenziale, Pavlo Palisa. Trump, invece, di fatto ha «retrocesso» il generale Keith Kellogg, che era inviato speciale per Russia e Ucraina: d’ora in poi si occuperà soltanto di Kiev. Mosca aveva accusato l’ufficiale Usa di essere «filo ucraino» e troppo «duro» con la Federazione.
Zelensky ammette di non sapere quale sia stato l’esito dei colloqui a Mosca tra l’inviato americano, Steve Witkoff, e i responsabili russi. Ai tempi di Biden la comunicazione con Kiev sarebbe stata diretta e franca. Ora non più e ciò crea sconcerto. Da qui il desiderio di dimostrare la trasparenza del «sì» ucraino contro l’ambiguità delle risposte di Putin. Zelensky si dice anche pronto ad allungare il periodo del cessate il fuoco.
(da agenzie)
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